Sesto giorno

Tomar - Alvaiazere


Dopo un bel bagno caldo e la cura delle vesciche e di qualche altra forma di fastidio muscolare, oggi si riparte.

Tappa apparentemente semplice fatta principalmente nel verde e con un pioggia leggera, ma continua.

Passati una decina di km in un pezzo di sterrato immerso nella vegetazione che costeggia il fiume

Nabāo e attraevato il bel ponte monumentale di Peniche, comincio a dubitare di trovare una caffettiera nell’arco di qualche km. 

Invece no, nel primo villaggio Caisais mi fermo e trovo una caffettiera aperta stranamente prima della 8,30. Fantastico dico!

Giusto il tempo di ordinare il mio solito caffè doppio americano e dietro di me vedo spuntare una pellegrina. Contatto immediato come due che non vedono l’ora di dirsi buongiorno e fare due chiacchiere amichevoli. Bene le due chiacchiere sono durate ben due ore, il tempo di arrivare all’ostello dove Piki (questo il nome della nuova compañera), era attesa dai suoi compagni di viaggio. 

Piki viene dalla Nuova Zelanda, o meglio ha appena finito i suoi due anni di permanenza in Canada e sta per tornare con il suo bagaglio (pesante) a casa dopo due anni. Interessante pensare di fare il cammino proprio nell’intermezzo tra una vita e un’altra, tra un lavoro e un altro. 

Accolgo il suo invito a restare per conoscere i suoi amici che alloggiano in un “trascendentale” ostello dal nome che è tutto un programma - the heart way- certo una compagnia attraente e inusuale. Prima di tutto vengo accolto da un omone simpatico che mi toglie di dosso il peso dello zaino e mette al sicuro i bastoncini. Poi neanche il tempo di dire ciao ed è pronto un tè caldo per noi. Sono già le 11 e la fame è quella del pranzo. Così l’amico neozelandese che prima mi aveva tolto di dosso il peso e che nel frattempo aveva finito di cucire un logo di stoffa sullo zaino della moglie, mi chiede se gradisco un’ omelette. Come dire di no?!

Detto fatto e finito di fare l’omelette aveva già messo a lievitare della pasta per fare della pizza. 

Incredibile, tutto con un modo di fare leggero e amicale e sopratutto con il sorriso. Sorriso anche della padrona dell’ostello, contenta di avere a casa sua un gruppo di persone così affiatate e disponibili. 

Ometto alcuni dettagli che potrebbero suonare scontati sul clima retrò-new age del posto...


Non mi fermo, anche se il mio istinto per ovvie ragioni mi avrebbe detto rimani in questo paradiso di amicizia disinteressata... il mio obiettivo era andare un po’ più avanti. E andando poco più avanti trovo Pietro e Luis con i quali continuo il cammino fino alla meta. 

Oggi dunque giornata di dialogo e condivisione del cammino. Ho sentito più leggero il passo grazie a loro e questo mi ha fatto rivedere qualche vecchia convinzione che mi portava a camminare in solitario.

L’ostello Pinheros ... sufficiente vedere i tre timbri.. un artista!

https://albergaria-pinheiros.negocio.site/

Bom Caminho