Dodicesimo giorno 

Gli Ospitalieri Paolo e Anna, erano in cucina a smanettare tra stoviglie e caffettiere già prima delle 6. Dopo una cena buona e nutriente come quella di ieri sera anche la colazione... bravi!

Ci ritroviamo quasi tutti (tranne i due italiani) chi prima chi dopo a fare colazione e a scambiarci indirizzi di posta elettronica e a fare le ultime foto prima di lasciarci. Appuntamento a Porto! 

La serata di ieri mi ha fatto sentire un pezzo del classico sentimento di compartecipazione che mi ha letteralmente rimesso sul cammino. 

Purtroppo il mio piede soffre molto e credo che la mia stazione finale sarà anticipata.

Oggi ancora una lunga tappa con il caldo.

Non ci sono stati particolari eventi, ma ho avuto il tempo di riflettere sulla interruzione del cammino. 

Sono venuto sul cammino con numerosi interrogativi a cui non ho ancora dato risposta. Eppure questa interruzione mi fa riflettere su uno dei miei principale limiti, portare a termine le cose a tutti i costi, tralasciando purtroppo spesso una serie di importanti questioni reali, inclusi gli affetti. 

Partire per il cammino significa lasciare cose, persone e lavoro al loro posto, mettendo in pausa tutto quello che di reale c’è intorno a loro. Eppure il richiamo alla vita reale ogni tanto si fa forte e bisogna tornare.

Io ho messo in pausa tutto per concedermi questo tempo, e con il tempo mi sono concesso anche lo spazio per la mia “anima”,.

Il mio viaggio non ha ancora una data di ritorno o un biglietto che mi costringe a pensare di dover tornare.

Ho cercato intorno risposte e sostanzialmente ho provato a trovare me stesso in ogni momento. Sento di essere stato intensamente impegnato ogni minuto del giorno ad osservare, guardare, immaginare, confrontare. Mi sono meravigliato del fatto che ogni mattina il mio corpo fosse sveglio prima delle 5. Mi sono scoraggiato tutte le volte che allungando per errore le tappe sentivo i piedi soffrire. Mi sono ritrovato negli incontri più belli con perfetti sconosciuti. Mi sono dato il tempo di scegliere. Ho avuto paura di farmi male. Ho provato la gioia di rivedere dopo qualche giorno gli amici del primo giorno. 


Ecco forse qualche risposta ce l’ho e in parte interrompere il cammino a Porto va bene, anche questa è una prova rispetto al mio tendere al perfezionismo.


Stasera ho ritrovato Elisa che ha fatto la grande prova di percorrere più o meno 50 km. Questo perché nelle tappe intermedie tra Albergaria Nova e Grijió non ci sono zone di accoglienza pellegrini, a parte i Bombeiros (pompieri) che a circa 7 km prima di qui e fuori dal percorso del cammino allestiscono alloggi per i pellegrini. 

Elisa sta bene, ma è arrivata che era una larva. Camminerà anche domani verso Porto.


Bom Caminho